A circa km 3 dalla periferia di Grammichele (CT) è la chiesetta medievale in origine dedicata a San Pietro , oggi chiamata ‘a Crisiazza’, da vox populi, per il suo stato di cattiva conservazione. Ricade nel territorio comunale di Caltagirone, in contrada Mascione o Favara. La chiesa è stata dichiarata monumento nazionale nel 1919 e vincolata come bene storico-artistico (exL.1089/31) nel 19861. La chiesa , di austera semplicità e orientata quasi perfettamente a est-ovest, ha conformazione ad aula a pianta rettangolare (circa m 16.50 x 7.5), con abside semicircolare estradossata. E’ illuminata dal rosone e da sette finestre a feritoia; danno ingresso i due portali della fronte e del lato sud. E' ancora leggibile la tipologia a capanna. I muri sono in pietrame legato con malta di calce, tranne che per l'abside, i cantonali e le aperture realizzati conci squadrati. L’edificio è oggi allo stato di rudere; manca completamente la copertura, tranne che nella parte presbiteriale protetta da una struttura in lamiera posata su travetti lignei. Il carattere alluvionale del terreno ha facilitato l’accumulo di materiale detritico contro la facciata sud che oggi appare interrata per circa m 1.50. Il quadro fessurativo sembra maggiormente preoccupante nei prospetti ovest e sud. La chiesetta fu adibita per un certo periodo a stalla. Ci ha determinato la costruzione di un muro divisorio in conci di tufo squadrato, a circa due terzi dell’aula. Possiamo dire che nelle sue piccole dimensioni la chiesa di San Pietro rientra nell’ ondata di edificazione religiosa che ha interessato la Sicilia agli inizi del XI secolo con la diffusione di questa tipologia ad aula unica e abside semicircolare estradossata. Probabilmente il nostro edificio si trovava sulla via percorsa dai pellegrini diretti a Gerusalemme, fungendo anche da Hospitalium. E’ una delle poche , della sua tipologia in Sicilia, a conservare la fisionomia originale.
Testo e foto di Lorenza Attaguile.